Il 18 Dicembre 2023 il Consiglio UE ha avviato una nuova serie di restrizioni al commercio fra Russia ed Europa, limitando ulteriormente gli scambi di prodotti fra il mercato comunitario ed il mercato “eurasiatico”(Russia, Bielorussia e le repubbliche ex-sovietiche in Asia).
Mentre le precedenti misure coinvolgevano l’export di prodotti italiani “di lusso”, quest’ultimo pacchetto mette in atto una chiusura che riguarda diversi settori: di seguito, riportiamo i principali ambiti di interesse.
Sebbene sia ancora concesso lo scambio di quelli legati alle applicazioni industriali, viene sostanzialmente bloccato il commercio di diamanti naturali e sintetici: viene di fatto proibito ogni tipo di acquisto di diamanti russi da parte di europei.
Ben più ampio, invece, è l’impatto dell’ampliamento della lista dei beni legati a “Dual Use”.
Per Dual Use si intende una serie di merci potenzialmente impiegabili in armamenti o sistemi di difesa: l’ultimo pacchetto di sanzioni alla Russia impedisce, quindi, il commercio di un’ulteriore serie di prodotti che comprende prodotti chimici, batterie al litio, componenti di sistemi a guida autonoma e macchine utensili.
Indubbiamente, le limitazioni avranno conseguenze importanti nei confronti di molte aziende europee che hanno il proprio core business nella produzione di componenti meccanici, poichè molti manufatti sono potenzialmente impiegabili in veicoli, in velivoli a guida autonoma, macchinari per la produzione di armamenti ecc…
Quale risultato avranno tali sanzioni sull’economia russa? Saranno efficaci nel limitarne la capacità bellica? Le previsioni di contrazione del PIL russo si attestano fra -2% e -0,2% per il 2024, ma le conseguenze per i produttori europei potrebbero tradursi in diminuzioni di fatturato ben più significative.