La Camera di Commercio Italo-Russa ha organizzato per il 16 Ottobre un webinar in collaborazione con Confindustria Russia, GIM Unimpresa e lo studio legale Pavia e Ansaldo riguardo la situazione del commercio agroalimentare fra Russia ed Italia.
Durante lo webinar Import-Export Agroalimentare tra Russia ed Italia , tenutosi grazie al supporto dell’Ambasciata d’Italia a Mosca, si è analizzata la situazione degli scambi dopo le sanzioni reciproche tra Europa e Russia, nonostante le quali entrambe le parti hanno proseguito con successo i propri business.
Possiamo esportare prodotti alimentari italiani in Russia?
Le sanzioni più recenti imposte dall’Europa ai propri membri, a causa dell’aggressione da parte della Russia all’Ucraina (siamo ora all’11o pacchetto di sanzioni emesso a Giugno 2023) impongono limiti ad alcuni prodotti (vi invitiamo a verificare la lista dei codici Ateco più aggiornata), ma si tratta prevalentemente di cosiddetti “beni di lusso”, quali tartufi e caviale ed altre prelibatezze.
La definizione di “bene di lusso” riguarda prodotti alimentari il cui costo unitario non superi i 300 €: tale importo va inteso come valore statistico ed include il valore del bene e tutti i costi connessi all’importazione fino alla dogana (trasporto, imballaggi, ecc…).
Pertanto, se il vostro prodotto non rientra in questa categoria e non è considerato “bene di lusso”, è possibile che rientri fra la lista dei prodotti ammessi.
Possono essere importati prodotti alimentari Italiani in Russia?
Diverso è il discorso dall’altro lato della dogana. Infatti, già con la risoluzione 778/2014 del Governo Russo venivano messi al bando diversi generi alimentari provenienti da Stati Uniti, Australia ed Unione Europea.
Per poter esportare in Russia, è necessario avere un importatore che si occupi delle pratiche del caso: tale bando non riguarda la vendita al vostro partner commerciale, bensì l’importazione di tali beni, quindi attribuendo la responsabilità al vostro importatore. Sarà compito del vostro importatore, quindi, verificare che i prodotti che andrà a distribuire siano in linea con le liste TN VED, il sistema di codifica armonizzata utilizzato nel mercato Eurasiatico.
Quali requisiti bisogna rispettare per distribuire prodotti agroalimentari in Russia?
Una volta accertato che i nostri prodotti non rientrano in categorie bannate, è possibile registrare e vendere tali prodotti in Russia e sul mercato Euroasiatico, a patto di rispettare alcuni requisiti fondamentali:
Certificazione EAC: si tratta di una procedura che certifica la conformità dei prodotti ai requisiti del mercato Euroasiatico, analogamente alla marcatura CE per il mercato Comune Europeo. La procedura verifica il rispetto dei requisiti e si conclude con il rilascio del marchio EAC da riportare anche in ettichetta.
Rispetto di requisiti tecnici specifici per la categoria di prodotto
Registrazione statale Rospotrebnadzor, l’organismo governativo che gestisce la sicurezza sanitaria. Tale registrazione non è obbligatoria e non serve alle pratiche doganali, ma determina se un prodotto alimentare è sicuro o meno.
Rappresentante del produttore in loco: tale figura -che non coincide con l’importatore- è necessaria a garantire la continuità di distribuzione del prodotto, dato che il rappresentante riveste il ruolo di referente tecnico per le autorità di controllo. Il rappresentante del produttore, insomma, fornisce il supporto tecnico del caso sul prodotto.
Dichiarazioni fitosanitarie e veterinarie (se applicabili): per alcuni prodotti sono previsti controlli fitosanitari e veterinari da effettuarsi prima dell’ingresso in Russia. Poichè non tutte le dogane sono attrezzate a farlo, sarà necessario appoggiarsi a quelle dotate dell’equipaggiamento necessario ai test.
Sebbene le procedure di import-export siano da affrontare con attenzione e precisione, il mercato EAC ha enormi potenzialità ed è possibile ottenere risultati eccezionali facendo riferimento a personale specializzato e a figure competenti.
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